Previsto per Settembre 2008, è stato posticipato alla fine dell’anno il rilascio della nuova versione di “America’s Army”, uno dei videogames più giocati online. Prodotto dall’esercito USA per promuovere il reclutamento, il gioco ripercorre le fasi dell’addestramento di un soldato fino all’azione sul campo di battaglia. Per gli amanti del gioco elettronico, America’s Army è un must: tecnicamente ben fatto, giocabile e gratuito. Il realismo espresso dal gioco è tuttavia oggetto di controversie. Se l’aspetto puramente pratico è ben curato (è possibile uccidere un avversario o morire con un solo colpo ben assestato), l’esperienza visiva risparmia all’utente il lato cruento della guerra (sparare a qualcuno con un arma di grosso calibro da distanza ravvicinata non produrrà il sangue e la devastazione attesi dal videogiocatore). Per questo tipo di realismo, gli appassionati del genere faranno meglio a rivolgersi alla saga fanta-horror di Doom.
Per chi è già arruolato e torna da un vero scenario di guerra, gli strizzacervelli dell’esercito a stelle e strisce hanno in serbo un altro videogame: “Virtual Iraq” . Pensato per i soldati che hanno bisogno di un “trattamento dei disturbi post-traumatici da stress” (circa il 25% dei veterani), Virtual Iraq è un ambiente di realtà virtuale derivato dal videogioco “Full Spectrum Warrior”, rimodellato nell’ambientazione e modificato per usare le periferiche tipiche delle tecnologie VR. Come sul lettino di uno psichiatra, i soggetti vengono portati progressivamente alle situazioni che hanno originato il loro disturbo allo scopo di fronteggiare ed esorcizzare il trauma. Si comincia con una passeggiata per Baghdad, e si arriva ai combattimenti, alle insurrezioni, alle corse in tank finite con una bomba esplosa al lato della strada. Il realismo è un fattore essenziale: Virtual Iraq riproduce visioni, suoni e persino odori di spezie, sudore, polvere da sparo. Ma, anche qui niente sangue e odore di carne bruciata. “Non siamo sicuri di voler raggiungere questo livello di intensità”, dicono i ricercatori coinvolti nel progetto.