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By admin on 20 Marzo 2011
Prima ancora della sua commercializzazione in tutti i paesi del mondo l’iPhone – il nuovo telefono supersexy della Apple – è già al centro di numerose controversie. Come al solito, le meraviglie tecnologiche del dispositivo sono accompagnate da pesanti limitazioni software. L’ambiente di sviluppo (SDK) distribuito da Apple, ad esempio, impedisce di fatto la creazione di programmi nativi, restringendo il campo di azione dei programmatori a piccoli software integrati in pagine web. Se poi vi saltasse in mente di telefonare, sappiate che siete vincolati alla scelta di un gestore telefonico: AT&T per gli utenti americani e, pare, Telecom per quelli italiani. Anche questa volta però la curiosità degli utenti si è messa in moto. Prima o poi doveva accadere… oggi con iphonesimfree si può usare l’iPhone con qualsiasi operatore telefonico e con Jailbreak/Installer.app è possibile installare software nativi di terze parti, dai videogames ai webserver. Utenti 2 – Apple 0.
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By admin on 20 Marzo 2011
Chi ha un account gratuito di posta elettronica su libero.it avrà certamente notato che può accedere alla propria corrispondenza solo tramite il sito web di libero. Alcuni provider limitano l’accesso diretto ai propri mailserver consentendo l’uso di programmi dedicati (Thunderbird, Outlook ecc.) solo agli utenti che hanno acquistato presso di loro un contratto per la connessione al web. A tutti gli altri, riservano il tristo destino della webmail: una interfaccia lenta e piena di fastidiosi messaggi pubblicitari. Freepops permette di aggirare elegantemente questa restrizione. Il software si divide in due parti: la prima implementa un mailserver sulla macchina dell’utente e la seconda contatta la webmail del provider emulando le funzionalità di un comune browser. Attraverso questo “trucco” l’utente può accedere alla propria email impostando nel client di posta se stesso come mailserver. Freepops è gratuito, ben documentato e funziona con oltre 300 tipi diversi di webmail.
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By admin on 20 Marzo 2011
E’ davvero un bel periodo per i patiti di elettronica e di informatica. Chiunque abbia il tempo e la voglia di studiare la tecnologia è oggi in grado di realizzare qualsiasi cosa usando strumentazioni hardware facilmente reperibili ed economiche e programmi gratuiti. Nella Bay Area, in California, si è appena tenuta la “Maker Faire“, una esposizione di genialate prodotte da studiosi e appassionati di tecnologia. In mezzo alle idee più bislacche, gli studenti del corso “teoria e pratica delle interfacce tangibili” della “UC Berkeley School of Information” hanno presentato il “bubblegum sequencer“: una specie di drum-machine che si suona posizionando delle sfere gommose su una griglia di legno . Sotto la griglia, una videocamera registra la scena inviando le immagini a un pc; qui un software (ImageJ), rileva la posizione e il colore degli oggetti e invia i dati a una routine che li interpreta traducendoli in… musica.
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By admin on 20 Marzo 2011
Secondo il Test di Turing, se un essere umano non riesce a distinguere un suo simile da una macchina in una conversazione, quest’ultima è da considerarsi intelligente. Una fascinazione riformulata più volte negli anni – come nel test “Voight-Kampf” cui vengono sottoposti i replicanti in Blade Runner – ed oggi alla base di criteri pratici di discernimento. I CAPTCHA (Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart) sono quei box con immagini distorte di lettere e numeri in uso su diversi siti web. Durante la registrazione ad un portale che offre caselle e-mail, viene richiesto all’utente di digitare i caratteri che vede nel box. Lo scopo è quello di impedire a dei software di effettuare in maniera automatica migliaia di registrazioni per ottenere account dai quali inviare posta indesiderata: il famigerato SPAM. L’idea è che solo un utente umano sia in grado di dare un significato a dei caratteri deformati in maniera caotica. Le tecniche più strane di ingegneria sociale sono state usate dagli spammers per aggirare il test: dal virus “Melissa”, una finestra con una ragazza che effettua uno striptease ad ogni captcha risolto, fino all’acquisto di forza-lavoro (!). Il mese scorso i CAPTCHA dei servizi Gmail, Yahoo! e Windows-Live sono stati finalmente crackati da sofisticati programmi di riconoscimento ottico. Una innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale fornitaci dagli insospettabili promotori di pillole blu!
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