La stampa tridimensionale è una realtà da almeno un decennio. Utilizzata soprattutto nell’ambito della produzione industriale, la stereolitografia permette di costruire in modo del tutto automatizzato oggetti fisici tridimensionali a partire da un progetto digitale realizzato al calcolatore. L’ingegnere Enrico Dini ha avuto l’ambiziosa idea di portare questa tecnica nell’architettura, realizzando un incrocio tra una tipografia e un cantiere edile. Il suo prototipo, attualmente ospitato presso un capannone di sua proprietà in Toscana, usa sabbia e colla al posto di carta e inchiostro per stampare sculture, costruzioni e persino edifici. La visione di Dini ha il sapore della meraviglia: un intero palazzo tirato su esclusivamente da una macchina, premendo qualche tasto su un terminale. Sostituendosi a decine di braccia, il tipocantiere renderebbe di colpo possibile la costruzione in sicurezza di edifici in ambienti ostili all’uomo, compresi la luna e il pianeta terra.
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